Al lavoro è veramente facile arrabbiarsi. Praticamente fa parte del mansionario…

Sappiamo tutti che quando si è arrabbiati si reagisce in modi diversi.

C’è chi non proferisce parola, chi invece urla come un dannato (pensate alla tipologia “Urlo di Munch”), chi invece ride in maniera nevrotica (si tende all’isteria), chi piange, chi spacca bicchieri o sbatte le porte… (la tipologia è alla “Desperate Housewife”).

In che contesto si è, poco importa… certo è che se rientrate nella categoria di chi spacca le stoviglie in ufficio vi sarà veramente difficile farlo, a meno che non ve le portiate da casa!!! Suggerisco quindi in questo caso di prendere a calci la stampante, lanciare penne e matite o quei bellissimi quanto pesanti fermacarte che avete sulla scrivania!!!

Di sicuro sappiamo che al lavoro è veramente facile arrabbiarsi. Dicevo appunto, praticamente fa parte del mansionario.

E per una strana equazione tutto quadra: lavorare vuol dire arrabbiarsi. Capirne il perché è complicato, ma ancor più complicato è trovare il modo di combattere questa piaga sociale.

Varie sono le motivazioni che spingono all’arrabbiatura. Meglio non analizzarle una ad una perché sono infinite.

Una tra le tante, per esempio, è lavorare con chi non si arrabbia mai: pacatezza, tono di voce monocorde, sorriso sempre appiccicato sulla faccia…!!

Un altro esempio è il collega che passa le ore al telefono… a farsi i fatti propri!

Tutti esempi di cui si discute sulla varie analisi sullo stress da lavoro correlato……..

Lo stress….. quando non sai attribuire responsabilità ad altri è sempre colpa dello stress!

Ma mi vorrei soffermare su quella che a me fa salire il sangue al cervello… La mancanza di rispetto verso il lavoro altrui. Quando qualcuno ordina e comanda. Quando ci si approfitta di ciò che c’è scritto sul proprio biglietto da visita. Quando ti trattano da “sottoposto” e non da essere umano o da collega. Quando il comando non è accompagnamento e quando non importa come ti sei organizzato il lavoro e quante ore hai dedicato alla tua attività. Le priorità di chi governa sono sempre più importanti delle proprie.

Insomma, per sintetizzare: la tipologia del caso è con tutta probabilità l’abuso di potere… ma questa è un’altra brutta storia, che lasciamo raccontare a chi ha contenuti e competenze per farlo.

Ritorniamo quindi a noi.

Personalmente ricado nella tipologia Urlo di Munch “evoluto”. Capito che è meglio evitare di urlare come dei pazzi in ufficio o nel corridoio, appena scatta l’irrefrenabile voglia nonché esigenza di urlare ed imprecare, mi alzo e vado in bagno…

Questa sì che è produttività: sbollire la propria incazzatura mentre si fa pipì………. Un buon risparmio di tempo!

Credo poi che questa categoria sia anche la meno pericolosa perché chi urla e grida poi risulta innocuo. Dopo due minuti di sfogo è tutto passato e si ritorna a lavorare. Insomma, vogliamo basarci sui detti popolari “can che abbaia non morde”…

E’ vero anche però che chi appartiene a questa categoria si arrabbia in automatico sapendone di farne parte perchè chi sta in alto nella scala gerarchica del potere (i capi) bè, lo sanno che siamo fatti così… ci sono abituati quindi ci lasciano sfogare, tanto sanno che poi il lavoro verrà fatto e bene… forse meglio, proprio perché l’incavolatura rende più veloci, offre maggior impeto e travolgimento.

Lasciamoci con una riflessione:

non ho mai capito perché si dice “sono arrabbiato come una bestia”, ma se immaginiamo le bestie, non mi pare che in generale siano arrabbiate; forse non ci sono più le bestie di una volta o forse si sono evolute. Forse invece è l’uomo che probabilmente nei secoli è regredito a bestia e a questo punto l’affermazione appena fatta calza proprio a pennello! Il detto rende bene l’idea.

Molto bene…. Oggi sono a casa, sono arrabbiata e i piatti mi aspettano!

P.S. per sdrammatizzare vediamoci questo simpatico video

Stress at work / Office stress COMPILATION!!!

(Caricato da gmivi in data 14/ott/2007 su Youtube)