Se vuoi qualcosa nella vita, allunga la mano e prendila…

Un viaggio alla ricerca di liberta’…ESTREMA, di pensiero.  Dai rumori, dalle convenzioni, dal quotidiano, dai soldi…  Il contatto con la natura in tutte le sue forme.  Incontrare nuova gente, quella che non giudica. Perche’ chi hai vicino comprende realmente chi sei, tu figlio, tu fratello, tu amico, tu collega, tu amante, tu compagno, solo quando non ci sei più.

E’ Sean Penn in veste di regista che si vuole cimentare nella riproduzione di un libro di Krakauer, pubblicato in Italia nel 1996, Terre Selvagge – Into the Wild.

Il film racconta, con maestria fotografica ricca di dettagli e particolari fuori dal comune, la reale storia di Christopher McCandless, alias Alexander Supertramp.

Incantevole ed accattivante nonche’ intelligente e’ la struttura della pellicola in capitoli, quasi a sottolineare le vere e proprie fasi della vita, iniziata con la fuga dalla societa’.

Con l’obiettivo di vivere in solitudine e di misurarsi almeno una volta, Alex indomabile lettore anticonformista, si incammina, lasciando genitori, amici e sorella, per raggiungere la lontana Alaska.

Dona tutti i suoi risparmi e parte senza esitazione, reattivo contro il consumismo.

Con una entusiasmante colonna sonora (Guaranteed, canzone di Eddie Vedder, leader dei Pearl Jam, ha vinto il Golden Globe  per la migliore canzone originale => ascoltatela e leggetene la traduzione! E’ bellissima http://www.youtube.com/watch?v=ZtZ1TK1Sfpg) parte indispensabile nella pellicola legata alle musiche in modo direi quasi architettonico, per Alex  bere e mangiare diventano necessita’.

Assistiamo alla sua intera vita guardando, quasi interagendo, con i continui flashback che ci permettono di capire esattamente gli elementi fondamentali che hanno formato la personalita’ del protagonista.

La sua sopravvivenza e’ una forma di ribellione ma e’ soprattutto una sua esigenza.

Trova un luogo stranamente “familiare” che lo ripara dalle impervie condizioni ambientali, naturali tanto desiderate. E’ il Magic Bus…oggi considerato un regalo sorprendente, domani diventera’ il suo ultimo giaciglio.

Il nostro viaggiatore, in cuor suo, sapeva fin da subito, che in entrambi i casi sarebbe morto, sia rimanendo imprigionato nella sua vita moderna in una gabbia, sia intraprendendo un viaggio per raggiungere la sua pace interiore nella natura.

Chris, chiamiamolo con il suo vero nome, ha fatto una scelta… anche se vedendo il film almeno due volte, non saprei proprio dire se e’stata la più coraggiosa…

Qualche forzatura, dal mio punto d’osservazione, c’e’ ma solo perche’ non siamo abituati a confrontarci con la natura come ha fatto il nostro protagonista. E’ normale che ai nostri occhi appaia inusuale squartare un’alce o star male per la fame…

ma anche no…

In questo caso, pensandoci bene, siamo solo abituati a comprare dal macellaio una squisita tagliata di carne cosi’ come siamo solo fortunati ad aprire il frigorifero e mangiare quando abbiamo fame, e non solo.

Nessuna MORALE, per carita’, ma questo viaggio nella natura mi fa pensare semplicemente che l’essere umano fa parte della natura e che noi “uomini” d’oggi la stiamo distruggendo, ci stiamo pianin pianino addormentando come si e’ addormentato il nostro viaggiatore guardando il cielo.

Alla fine dei giochi e, quindi, del film mi sento confusa.

La solitudine e’ servita per capirsi e per ritrovarsi ma poi si scopre che ‘la felicità è autentica solo se e’.condivisa’…piena condivisione nell’incontro incondizionato con gli altri.

Un film di contrasto…si, direi proprio DI CONTRASTO.

Per chi ha voglia di emozionarsi e di pensare… un film da vedere, da soli!

A presto

Stefania