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Il teatro di Videotherapy, Miscellaneous

Elementare Watson!

Cari videolettori, vi riporto la celebre frase “Elementary, my dear Watson!”  attribuita a Sherlock Holmes quando egli spiega, con una certa sufficienza, all’amico medico Watson la soluzione di un caso. Lo cito perché spesso le cose più banali, appunto elementari, sono così semplici ed ovvie da dimenticarle…

Riflettevo poco fa sul come la realtà in cui viviamo e’ ricca di contraddittori.

Voi penserete a questo punto che questa non e’ una novità… Si, avete proprio ragione.

Pensiamo pero’ a come le aziende modernamente organizzate, dinamiche e sempre più digital, investono su campagne di marketing incentrate sull’importanza del cliente, sulle sue esigenze, sul modo di supportare in modo semplice ed agile ogni possibile necessità prevenendone l’esigenza gestendone l’incertezza…

A come contemporaneamente le stesse aziende  puntano sui dipendenti, sul work life balance, sul welfare a tutto tondo…

La finalita e’ il risultato, l’obiettivo, la soddisfazione del cliente, l’ottimizzazione della produttività e la riduzione conseguentemente te logica dei costi legati al suo opposto.

Bene fin qui tutto bene.

Ancora però non e’ chiaro (se per voi lo e’ attendo istruzioni!!!) come possa coesistere questo presupposto con la realtà legata alle abitudini o consuetudini.
Mi spiego… pensate alle ricerche di personale. Tutte o quasi riportano come requisito plus saper lavorare in ambiente stressante e di possedere la “stress tolerance”! Confrontandomi con un caro collega si concorda sul fatto che  se un’ azienda ti chiede di saper lavorare sotto stress è certo che quell’azienda ha una scarsa capacità programmatica e che quindi non pianifica.

Perchè ci sta che qualche volta ci sia un imprevisto ma se questo è giornaliero, il capo che ci è capitato è uno che gode nel creare malessere tra i suoi collaboratori!!!

Non prendiamoci in giro… va di moda la gender equality, il welfare, lo smart working ma… nessuno e’ disposto a misurare la produttività obbligando tutti, come da normativa dei vari ccnl, a lavorare le 7 o le 8 ore canoniche giornaliere.

E a lasciare a tutti senza ripercussioni lo spazio dovuto per gestire e vivere la propria vita personale.

Personalmente mi reputo fortunata di lavorare in una azienda che mi consente di gestire vita professionale e personale in modo responsabile. Gestire la propria produttività in quest’ottica rende felici. E pur con alti e bassi normali e funzionali… e’ inteso che quanto vali non lo dimostra il numero di ore lavorate ma il come lavori ed il tuo risultato.

Semplice ma qualche volta così ovvio da dimenticarlo…

Vi lascio dunque alla vostra serata con un’altra frase celebre di Sherlock e sul che cosa per ciascuno di noi possa significare!

« Una volta eliminato l’impossibile, ciò che resta, per quanto improbabile, deve essere la verità. »
(Holmes parlando con Watson in Sherlock Holmes dà una dimostrazione, sesto capitolo di Il segno dei quattro)

La vostra videoterapista

 

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